lunedì 1 novembre 2010

PER NOVEMBRE 2010 RACCONTATECI CHE...

Un guizzo improvviso: come il fischio di una pentola a pressione che finalmente trova sfogo, sono tornato bambino.


Per un attimo ho reagito con l'istintività di chi ha la fortuna di non dover pensare agli effetti e di non conoscere le cause.

E come un bambino, felice, ho riso.

28 commenti:

  1. Ora metto la trippa in pentola, vediamo che nè esce fuori.

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  2. Ho sempre un po' paura della pentola a pressione. Come se dentro di essa ribollisse la sarabanda delle mie pulsioni. Ne temo l'esploderne incontrollato.

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  3. è lo zucchero filato. Quell'odore dolce e inconfondibile, mi fa andare in botta quel profumo. Eppure odio lo zucchero filato, dolce troppo, appiccicoso troppo, senza un perchè se non dover ricorrere al dentista per le carie.
    Se però solo lo sento nell'aria, non c'è effetto a cui voglia pensare nè causa che voglia conoscere.

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  4. Rido per l'ironia della vita, aspettando di conoscerne un finale per capirne la morale.

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  5. Era da tempo che non succedeva, sarà per l'età che inesorabilmente avanza ma proprio ieri, forse per il cambio dell'ora legale, son tornato bambino.
    Ero sul divano dopo pranzo, come al solito alle prese con il sudoku difficile, quando forse per un colpo di sonno, mentre in lontananza sentivo fischiare la pentola a pressione mi sono rivisto con i pantaloncini corti che ai miei tempi si portavano anche l'inverno. Fino a qualche anno fa accadeva di frequente ed i miei ricordi erano capaci di regredire fino a all'età di 4 anni, perchè a 4 anni fui portato da mia madre all'asilo. Rivedevo la maestra e l'aiutante che preparava la minestra ed aveva il suo figlio Valter (senza W) con noi.
    Ricordo il diverso trattamento che era riservato a quel bambino, il nostro rispetto nel non toccarlo quando in cortile erano mazzate per tutti i più imbranati da parte dei più vivaci e nulla ci faceva presagire quello che poi sarebbe stata la nostra vita

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  6. Anche i luoghi hanno importanza.Per abbandanare tutte le maschere che ci portiamo addosso e lasciarci davvero andare.Non sopportavo più il peso delle responsabilità e del vivere quotidiano.Avevo bisogno di fuggire.Ma non avevo nessuno che mi prendesse per mano e mi portasse via.E allora un giorno scappo."Non aspettatemi".Stacco telefoni e mente e fuggo.Fa caldo, anche se siamo in autunno inoltratto:la spiaggia è bellissima vestita dei colori autunnali.Mi tolgo le scarpe e corro libera ,i pensieri e i malesseri lasciati lontano.E rido felice, zompetto come un grillo , canticchio felice riappropriandomi di me stessa.Finalmente.Poi alzo lo sguardo e lo vedo.Per quali combinazioni astrali eravamo lì,io,lui,il sole la spiaggia e le parole dette mai dimenticate?Perché quel momento che era solo mio all'improvviso diventa parte di cosa?Resto ferma impietrita, consapevole di aver fatto la figura della stupida, lì zompettante tra i sassi e la sabbia.Mi saluta da lontano e accenna ad andarsene e allora non penso a nulla:istintivamente gli corro dietro e lo abbraccio.E' un attimo ma poi ricambia il mio abbraccio e mi stringe a sè. Ed è questo l'attimo perfetto:c'è solo la gioia di rivedersi.Un uomo e una donna.Non siamo nessuno e non pensiamo a poi:esiste solo oggi e una promessa affidata al vento suggellata da una risata spensierata.

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  7. Devo ricominciare tutto da capo. Almeno non farò gli stessi sbagli.

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  8. ...Mentre vedevo l'esplosione della molotov che avevo lanciato. E così ne accesi un'altra. Poi un'altra ancora. E come ridevo di gusto sotto la sciarpa blu che i copriva il volto.

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  10. Metro...sono preoccupata per la tua assenza.Tutt'ok?

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  11. Spero di cuore che si tratta solo di questi scioperi autunnali

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  12. Moni, Fra, Giansino non mi fate commuovere. Il periodo l'è complicato assai e a tratti temo di finire schiacciata.
    Il "mancamento" è reciproco, credetemi. Intanto mi autoprorogo la scadenza del racconto a dicembre, e spero di tornare presto da voi. Ok mi commuovo.

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  13. Sì, mi associo a Gians e gli altri.
    Ti si aspetta..

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  16. ti aspettiamo. Ci manchi.
    @ Gians.
    T'aggia vatter.Quando non ci sto io nun mi pienz proprio.E vabbè staje aparat.
    Metro non tradurre e sghignazza pure:DDD
    Abbtaccio
    MK

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  17. ma porca paletta! sono rimasta indietro...sono ancora in tempo?!posso scrivere?!?!?

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  18. Moni arrivo, forse sotto braccio a babbo natale, ma arrivo.
    A Gians non traduco, ma gli dico "statt'accuort"!

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  19. Chiaramst sei ancora in tempo: c'è stata una proroga informale del termine per il racconto a un qualche giorno di dicembre. Quindi scrivi pure.

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  20. [Ecco, se c'è una cosa che mi deprime, è l'idea di tornare bambino (com'ero io, almeno): serissimo, attento agli effetti e consapevole delle cause (delle azioni di un bambino, naturalmente).
    Sono passato nel mese sbagliato.]

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  21. Ancora immersa dentro i fatti tuoi, vedo! stammi bene.

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  22. Metro, anche quest'anno se ne sta andando consentimi allora di farti gli auguri tradizionali a te ed ai tuoi cari, animali inclusi, purchè piccoli e graziosi e
    che il nuovo anno possa veder realizzate tutte le tue speranze,

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  23. Questo calendario si è incantato: Metro fai qualcosa.

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A me succede che... (anche un nome di fantasia in Nome/Url è meglio di un anonimo)