lunedì 1 marzo 2010

PER MARZO 2010 RACCONTATECI CHE...


A casa i muri grondano impegni inevasi, fuori le grondaie sversano acqua.

Fuggo in macchina per mettere distanza tra me e la trappola degli obblighi.

Pochi minuti e sono in un inferno di lamiere bagnate.

Incrocio occhi sfiniti di prigionieri rassegnati all'ergastolo, mi tappo le orecchie per zittire la colonna sonora dei clacson.

I tergicristalli battono il tempo, apro il finestrino, aspiro aria bagnata e...

54 le vostre impronte:

fracatz ha detto...

mentre mi accendo una paglia per mantenere la clma, mi cominciano a passare nella mente immagini sfocate che via via diventano nitide.
Mi rivedo con i pantaloni corti alla scuola materna, che gioco in quel misero cortile scolastico utopisticamente definito giardino.
Parallelamente la mia mente non può ignorare lo sgocciolamento delle grondaie della casa, fatte installare nuove di rame, perchè le vecchie di latta, completamente andate ed i soldi buttati su un lavoro eseguito a cazzo di cane così lontano dalla regola dell'arte.
Pazienza l'avessi fatto in economia con un paio di romeni, ma avevo scelto la migliore ditta, che però impiegava tutti albanesi ........

Kitkat ha detto...

Penso al buco dell'ozono, spengo il motore, PurpleRain a palla, mando sms fino a scaricare la batteria del telefono. E quando il traffico torna a muoversi, la macchina non parte più.

Anonimo ha detto...

per ora non ho idee scusa sono un pò fusa ma ti lascio un saluto...
annika

metropoleggendo ha detto...

Annika torna quando vuoi, un saluto

odettetlemonde ha detto...

e nella distrazione schivo un ragazzino finito in strada sfuggito alla mano della mamma.

Penso a quanto poteva essere fatale l'impatto.
Penso a quanto è breve la vita.
Rifletto su quanto in realtà della mia mi importi poco.
Rifletto su quanto, in verità, siano importanti per me le vite degli altri.
Degli altri più che della mia..

eleonora ha detto...

ma intanto la mia schifa vita,come diceva quell'americano del secolo scorso, me la tengo stretta . Perché è tutto quello che ho.

Anonimo ha detto...

ed è li che noto il ciclista…
ma come fa dico io quel pirla d’un essere umano ad usar la bici anche in una condizione di questo tipo! No! Dico io!
Bisogna veramente avere i sacchi di sabbia nel cervello!
Qui scroscia il diluvio universale e questo matto è con la bici?!?
E mi imbestialisco ancora e sempre come fosse un delitto grave quanto rinfacciare all’automobilista che inquina…sono qui nel traffico sotto una pioggia che non vuole finirla di tamburellare sul mio tettino, forte, tanto che quasi copre l’autoradio e il suo suono che cerco di alzar nel volume fino a sovrastare ogni cosa, anche i miei stessi pensieri, salvo uno:
“ma questo cacchio di un ciclista guarda come si muove agilmente nel traffico, a passo d’uomo mi semina e arriverà a casa prima di me!”
…mi fa una rabbia, ma tanta e tale che non mi posso più controllare, lo faccio!
Pigio forte anch’io sul clacson a urlare il mio di motivo! “Bastardo!!!”
Capisco perché non mettono i clacson sulle formula uno…i piloti passerebbero il tempo a sfogare rabbia e frustrazione e dimenticherebbero una curva, un rapporto nel cambio, un cambio gomme o qualcosa di più estremo, chessò: sudare. Un giorno però gli monteranno i faser…pensa che soddisfazione!
E pigio e suono e suono e pigio. Rumore, rumore! Tanto preso da non seguire neanche più con precisione il flusso dell’avanzare a balzelloni del traffico fradicio e abbagliante.
Punto! Stop! Spegnete questa discoteca, non la posso soffrire…ora vomito.
…beato il ciclista…
aveva una vecchia graziella…
non patisce neanche l’acqua…
arriverà a casa presto…
una doccia bollente a riprendersi dal gelo alle ossa…
un caffè di relax e un sorriso interiore rivolto a tutti quei matti stressati in coda ancora ad aspettare: un turno, un semaforo, un passante o anche solo un contatto col mondo appena migliore.

Domani mi converto al rishò elettrico…è la volta buona.
Fiorettolo

MK ha detto...

...uno scroscio d'acqua più violento degli altri mi investe arricciandomi i capelli.Mezz'ora di piastra elettrica per lisciarli e dieci secondi per vanificare l'impresa.Scrollo le spalle.Che importa.Chiudo il finestrino.A mano ,ovviamente,la manovella si inceppa di continuo e la pioggia incessante mi bagna il lato sinistro.Destino della sinistra.Sottomettersi a tutte le intemperie e cercare di sopravvivere cercando di non annegare.Il mio respiro appanna lentamente i vetri.La pioggia scivola creando lacrime.Ma chi se le ricorda.le lacrime.Non ne vale più la pena sprecarle.Almeno non per gli uomini.Ormai.Fuori l'acqua,dentro il vapore e mi sento come un pesce in una boccia di vetro,magari col gatto che ti alita di fuori.I pensieri chiusi nell'abitacolo e la mente da tutt'altra parte.In un'altra vita.

Gians ha detto...

Tutto quì? mi sembra un pò ozioso come spunto. :)

il mio nome è mai più ha detto...

Un ricordo.
Avevo sette anni e un fratellino di cinque. Insieme aspettavamo l'arrivo del terzo.
Allora generalmente si nasceva in casa. Mio padre, poi, era un medico specialista nel farli nascere, i bambini.
All'approssimarsi del parto mio fratello fu dirottato a casa di una zia, ed io andai da una compagna di scuola.
Era il dieci di marzo e c'era la neve: cosa rara, al sud.
Quando fui riaccompagnata a casa mi trovai di fronte un cestino enorme di tulipani gialli: forse ho incominciato ad amare quei fiori da allora.
Qualcuno mi accompagnò nella stanza dei miei: accanto a mia madre c'era una bimba magra e rossa, con le manine screpolate. Da allora, pian piano, iniziai a sviluppare un forte istinto protettivo, verso quella bimbetta minuta e timida: io ero la sua vicemamma.
Fra nove giorni quella bimba compie 44 anni: è mia sorella, la mia migliore amica.

metropoleggendo ha detto...

Giansino, che buo fà, ogni tanto si ozia volentieri!

Mau ha detto...

bestemmio il divino.
Il quale risentitosi mi scaglia contro una folgore che mi incenerisce all'istante.

(titoli di coda)

Efesto ha detto...

... la testa continua a girare vorticosamente.
Devo assolutamente scendere, camminare, correre, lasciare che sia affanno vero quello che mi taglia il respiro.
Devo raggiungere un posto alto, perchè solo il vento può portare via i pensieri, srotolare la matassa, darmi lucidità.
Ne ho bisogno anche solo per pochi istanti, e poi indosserò di nuovo il mio vestito migliore, e nessuno sospetterà nulla.

Anonimo ha detto...

e scendo lentamente, fra clackson che strombazzano all'impazzata e lo scroscio sempre più intenso... primo passo sulla ruota un poco sterzata, secondo sul cofano e quindi sul tettino con un balzo...
"ahahahahah!" urlo battendomi forte il petto moderno Tarzan in una giungla chiassosa a reclamare forte il potere del silenzio!
"Io sono Tarzan! ahahahhah!"...
luce negli occhi, forte, mi stordisce...sono asciutto e scomposto, ma ancora seduto al volante.
Si si, ho capito, ora la ingrano questa cavolo di prima, lo sposto questo mio tassello di shangay in lamiera, così si arriva tutti a casa prima o poi...oggi lo avevo detto al mio tesoro: "Posso fingermi malato, resto qui a casuccia nostra a coccolarti tutta mattina, cucino io e poi ti leggo un pezzo di 'Via col vento', fino a che Rossella non ti ispira e si fa paradiso..."
sarà per il prossimo temporale...amico Concato.
Fiorettolo

Menteliquida ha detto...

.. E qualcuno così c'è impazzito.
In un giorno di ordinaria follia, che se n'è andato a girovagare con lo sguardo da folle tra gli automobilisti in coda, e ha raso al suolo chiunque gli sbarrasse il cammino.
Sì va pure bene che quella volta nel film non fossi proprio io, ma riflettendoci sostengo di avere tutte le carte in regola necessarie al caso. Tipo palpebre che tremolano involontariamente per i rumori forti.
Tipo che serro le mani attorno al volante come se fosse il collo del mio persecutore.
Tipo che alla fine, per non spezzarmi, mi devo piegare alla rassegnazione di stare immobile in una bara di lamiera.
Ho le dita viola per la presa troppo stretta, tutto questo serrarsi di nervi verso situazioni inevitabili è inutile e nocivo, ma mi è impossibile combattere anche contro l'insensatezza delle mie reazioni nervose.

La follia è stremante, devo dire. E' ho pure barbaramente ucciso il mio volante.

Gians ha detto...

Chiaramente scherzavo, ora mi preparo un testo di scuse ufficiali.

Topper ha detto...

...capisco che non sto fuggendo ma solo spostando la mia attenzione da un'altra parte, quella sbagliata. Entrano gocce d'acqua in macchina, mi bagnano il braccio, mi sfiorano e realizzo che non c'è niente di più libero della pioggia che cade quando e dove vuole. L'acqua mi indica la via d'uscita: apro lo sportello, abbandono l'auto e corro come fossi parte di quel flusso. Mi allontano da quell'inferno, attraverso la strada e seguo il sentiero che mi porta dal grigio al verde. Trovo un albero, mi seggo ai suoi piedi, guardo il cielo e finalmente rido.

sonogrimilde ha detto...

... mi maledico per aver sprecato un altro giorno della mia vita dietro le mie ossessioni.

francog ha detto...

...e penso alle vite incrociate agli incroci, e quelle sfiorate, e quelle incontrate e poi svanite, e quelle, le tante, di cui non saprò mai nulla. E penso che forse proprio fra quelle tante si è nascosta la mia felicità.

metropoleggendo ha detto...

Gians non usiamo essere permalosi da queste parti, ma la tua letterina l'aspettiamo volentieri!

Benvenuti a tutti i nuovi giocatori.

cristina ha detto...

E mi supera un Suv, grosso e bigosso. Nero, con le ruote alte come la mia macchinetta.
Per lo spavento mi sveglio di soprassalto dal torpore umido e dal flaflap del tergicristallo. Che cafone.
Lui ha fretta. Molta più fretta di noi, che siamo in fila e aspettiamo il turno, tamburellando sui nostri volanti, premendo dita incazzate sul tastino con la tromba, sospirando altro vapore nell'abitacolo soffocante. Lui ha una cosa importantissima da fare, lui non ha mica tempo da perdere.
Le regole, le..cosa? Ma figurati, quelle sono per le pecore.
Al semaforo erano in due. Il nonno teneva per mano la piccola, sta atenta che 'desso passiamo neh.
C'era ancora lo zainetto, nella pozzanghera, quando mi hanno fatto passare. Non avevano fatto in tempo a toglierlo.

mezzastrega ha detto...

nella macchina a fianco c'è un bimbo che guarda la pioggia annoiato dal sedile posteriore.

Mi scuoto o forse entro in trans... ci sono gli alberi più in là, guardo le corteccie scure di pioggia e l'edera verde e lucida arrampicata.
Seri e affidabili, loro se ne stanno tranquilli anche qui, nel traffico, a ricordarci che cosa siamo...
e non è questa moltitudine di sardine in scatola...

Presto il traffico si smuoverà ed io andrò fuori città a guadare piante, a cercare verde ed i primi colori della primavera che stenta ad arrivare....

Anonimo ha detto...

e si affaccia lei al mio finestrino…
“scusi, per la stazione?”
Un viso grazioso col nasino alla francese e gli occhi verdi, capelli biondi fradici che le si appiccicano in strane serpentine ovunque fino al seno, non grosso, ma fradicio anch’esso col capezzolo inturgidito, gelata sotto questo acquazzone che l’ha colta di sorpresa dev’essere intirizzita…
M’ha stupito, preso di sorpresa, inatteso il suo sorriso, il suo profumo di rosa, mi riprendo come da una schiaffo.
“Signorina, ma cosa fa in mezzo alla strada con questo tempo, lei sta tremando…Lara, sei tu?”
“Si, allora non m’ero sbagliata, ho riconosciuto il tuo modo di tenere il gomito appoggiato alla portiera e le nocchie a tamburellare sul vetro…”
“Ah ah, si, ti dava sempre fastidio…ma che fai li fuori, sali, vieni dentro, che piove a dirotto, sei fradicia.”
“Guarda, solo per parlare un secondo, devo raggiungere in tempo la stazione, con la macchina non ce la farei mai, mi asciugherò a casa…”
Così dicendo gira attorno alla macchina passando dal retro, appare quasi subito, apre la portiera e tuffa repentina il suo grazioso e minuto posteriore, per raccogliere subito le gambe…è stato un attimo, ma bellissimo…
“…ma tu, come stai? Stai ancora con quella…”
“Anna, si, viviamo assieme da tre anni…e tu, come va con Marco?”
“…ci siamo lasciati, quattro mesi fa…ma va tutto bene, è stato meglio così…”
Negli occhi un filo di tristezza, non si potrebbero riconoscere le lacrime fra le gocce di pioggia che le affollano il volto, ma forse…
“…sai, per tutto il tempo che ho passato con lui…m’è capitato di ripensare a te, a quello che non c’è stato mai, a quello che ci siamo confessati poteva esserci…sarebbe stato diverso con te…”
“Lara…che dici?…”
“Tranquillo, tranquillo, non ti assillo…non ci assilliamo fra di noi…”
E così è stato, cinque minuti appena di chiacchiere nell’abitacolo di una barchetta di riparo sotto questo diluvio e il ricordo di tutte le ore trascorse a parlare quando, non troppi anni fa, si era ancora giovani…
“Ma ora ti lascio, vado o lo perdo proprio questo treno, ciao…a presto…”
E così salutandomi mi appoggia in un soffio appena quel bacio sulle labbra che tante volte avevamo trattenuto in passato, non certo come quello che, ricordo ancora, profondo ci sconvolse un’eternità intera, ma pur sempre dolce che non vorresti perderlo mai.
Esce veloce dall’auto e l’aggira stavolta davanti, guarda per attraversare e…
scendo d’impeto dall’auto e le grido, non è ancora lontana:
“Lara, Lara!”
Si volta a guardarmi, la borsetta tenuta sulla testa e ripararsi il viso dallo sferzare della tempesta: “Si?”
…un attimo eterno…Anna, so perché mi ami, ora più forte che mai…
“Stai bene e non fare che passino altri tre anni prima che ci si riveda…ciao!”
Mi saluta in un gesto quasi sbarazzino, muovendo la mano libera dal relativo riparo della borsetta, si volta e corre via come può, su quei tacchi bassi, comodi, ma non proprio sicuri in questa occasione.
Così sono qui ora sotto il diluvio, fradicio, mi scuotono i clackson, la coda è andata avanti di qualche passo e mi son fatto alcuni nemici fra gli autisti che mi seguono.
Giornata da ricordare…in fondo, il temporale, può nascondere altre tempeste, felicità e strane insidie…
Se scopro che Anna è a casa con un amante…
Fiorettolo

Marcoz ha detto...

(…) apro il finestrino, aspiro aria bagnata e, come uno schiaffo, l'acqua sollevata da un auto che va a tutta velocità nel senso opposto, mi coglie in pieno.
Fatto decisamente beffardo per uno che si trova ad avere un momentaneo problema di liquidità.

Premo di nuovo il tasto. Con un ronzio, il vetro si solleva e i rumori esterni, insieme al tambureggiare insistente delle gocce sul tettuccio, riacquistano toni ovattati; la maggior parte delle persone pensa che sono i suoni più morbidi dove mettere le orecchie, ma io li detesto.

E la colonna di macchine va a passo d'uomo. Un uomo che va a passo di bradipo (un bradipo che va dallo psicanalista: "Dottore, mi aiuti! Non so piano come chi potrei andare!)

Allora ci vuole musica, musica! Accendo lo stereo. Funziona bene solo la radio. Il laser ha lasciato il lettore cd per una spada, il mangianastri si prende troppo alla lettera e, col vinile, la puntina salta sempre, passando sui dissuasori di velocità.

Gli altoparlanti gracchiano per un istante. Mi scendono ancora gocce dalla fronte, quando un dj radiofonico con un insano senso dello humor programma Acqua azzurra, acqua chiara. Potesse andargli di traverso. Cambio canale: "I'm a Barbie girl in a Barbie world…". Cazzo, gli Aqua!

Probabilmente incomincio a sudare troppo. Il parabrezza si fa sempre più fosco. Gli altri vetri condensano senza sosta il vapore, ahimè, acqueo e l'abitacolo sembra un colabrodo. Il climatizzatore dev'essere impazzito… Dalle bocchette per lo spannamento non esce più aria calda, che viene convogliata tutta in basso, verso i piedi. E sento caldo, troppo caldo, sulle gambe.

Chiudo gli occhi. Li apro. È un attimo, e capisco.
Spero soltanto di non aver bagnato il materasso.

il mio nome è mai più ha detto...

Sono andata fuori tema?

metropoleggendo ha detto...

Enne cara qui il fuori tema non esiste. Almeno qualche ritaglio di libertà ce lo teniamo.

Uno ha detto...

E vorrei urlare.
scendo dall'auto e comincio ad urlare.
grido cosi' forte che sento spaccarsi le corde vocali, urlo e tutti mi guardano.
Urlo e mi spoglio, nudo sotto la pioggia.
Urlo e ho freddo, tanto freddo, voglio sentire l'acqua attraversarmi.
Voglio un dolore piu' grande, voglio confondere le mie lacrime, voglio piangere ancora, ancora.
Voglio che tu mi senta, voglio che tutti sentano, finanche Dio.
Adesso tutti scendono dalle auto, mi abbracciano, ma io non riesco a smettere di urlare. Non voglio smettere, voglio far uscire questo dolore.
Piango, guardo l'acqua fuori dal finedtrino.
No, non sono li' ad urlare, no, non c'e' nessuno li' fuori, solo i miei pensieri.
Ingrano la prima, un metro avanti, ancora un'altro metro.
Senza te

Uno ha detto...

mi scuso per "un'altro"....
che vergogna!!
;)

metropoleggendo ha detto...

Uno non siamo a scuola, non conosciamo vergogne, si scrive come ci va, anche di fretta. Anchetuttoattaccato.

Menteliquida ha detto...

ahah anche io ho scritto la e congiunzione con l'accento.. stavo rabbrividendo quando l'ho riletto. me ne scuso anche io ;)

metropoleggendo ha detto...

@Mente, niente scuse, siamo in uno spazio di rilassatissima libertà incondizionata

Clay ha detto...

Non l'ho fatto apposta! Non volevo prendere sotto il ciclista, ma ero distratto (pensavo a Lara) e poi questa pioggia maledetta... non mi sono nemmeno fermato, ma l'ho visto nello specchietto: era a terra in una pozza d'acqua, le macchine si sono fermate, è scesa gente.
Non ho avuto il coraggio di affrontarlo, ma ora non posso tornare da Anna! Vado da lei. Un paio di incroci e sono arrivato...
Ecco la sua casetta! Fermo e scendo sotto il diluvio, poi mi blocco e mi lascio allagare.

- Giovanni! Giovanni! Cosa ci fai qui? - è lei che mi scuote.
- Niente, volevo ancora... niente
- Vieni in casa, dai. Sei tutto bagnato!

E mi prendi per mano, mi porti in casa, mi spogli, mi asciughi, mi prepari un buon the...

Ora ricordo come mi coccolavi. Perché ti ho lasciata?

Anonimo ha detto...

abbandono l'auto e mi avvio,a passo lento, lungo il viale del parco, incurante della pioggia che mi scivola sul viso e mi inzuppa gli abiti.
Mi seggo su una panchina, mi passo la mano tra i capelli, lasciandola poi scivolare su una guancia e sul collo.
Un brivido mi scuote.
Sensazione forte e piacevole.
Mi metto comodo, mi rilasso.
Socchiudo la labbra per lasciare che la pioggia mi penetri fin dentro.
Ad occhi chiusi cerco di immaginare il contorno arancione di un cerchio.
Non riesco a completare la figura, quando sto per chiudere il cerchio l'immagine svanisce.
Provo una, due, tre volte poi contrariato mi alzo e, deciso, corro verso l'auto, verso gli obblighi che inutilmente fuggivo.

Gians ha detto...

...scendo dall'auto e inizio a vagare, non mi importa più nulla, non andrò a lavoro e il mio capo mi maledirà per tutta la giornata, incosciente del fatto che io manco lo penso. Immerso come sono nella pioggia a prender a calci le pozzanghere, ogni cosa umida mi si asciuga sulle guance come fossero le mie lacrime. Passeggiare come i "diversi" senza essere osservati per le stravaganze, del resto è una bellezza, che non tutti apprezzano. L'indifferenza del mondo, a volte può essere bellissima.

Mk ha detto...

Eppure si era annunciata.
La primavera.
L'avevi letta nelle gemme appena accennate sugli alberi, dal tepore accogliente della mattina presto, nei termosifoni ormai spenti, il caldobagno messo all'angolino.
E ora la pioggia.Assaporavi già le passeggiate all'aria aperta, il bucato fresco di sole e invece ecco la pioggia.E io che detesto gli ombrelli.Ne ho uno nella borsa per far finta di essere attrezzata contro tutti gli imprevisti.Peccato che non l'abbia mai usato per ripararmi.
detesto gli ombrelli più della pioggia.La malattia e l'antidoto:stesse facce della stessa medaglia.
MI viene il nervoso solo a pensarci.Ogni cosa ha il suo risvolto e l'essere riparata in un abitacolo ne ha.Ti impedisce di muovere le ganmbe di respirare l'aria bagnata e impura , imbriglia i pensieri, mentre il cellulare mp3 vomita canzoni che pugnalano il desiderio di staccarti dalla tua parte emotiva e ti impediscono di congelare fino in fondo sentimenti, emozioni e quella parte femminile che disperatamente desidererebbe tornare ad amare.
Ma.
Sei imbottigliata nel traffico e ti senti osservata.Volti lo sguardo e attraverso le lacrime di pioggia incontri due occhi intensi che ti guardano.Inconsciamente ti riavvii i capelli.Lo sai che non sei certamente una bellezza, di prima mattina, struccata e ancora mezza impantanata nel sonno costretta tua malgrado a correre.
Eppure ti sembra di leggere...scuoti la testa, fai un sorrisino e ti rimetti in moto,inghiottita nel traffico frettoloso e lavorato.
Storie al fulmicotone, morte ancora prima di nascere, abortite al punto giusto:prima di tante aspettative, rivendicazioni ed ansie.Meglio i rimpianti di quel che sarebbe potuto essere e non è.
In fondo la vita è solo un'occasione.Lasciata o persa è solo un'opinione.

slave36 ha detto...

I tergicristalli battono il tempo, apro il finestrino, aspiro aria bagnata e mi bagno la faccia. Affacciata al finestrino, osservo la programmazione del vivere che mi circonda. E sorrido. So dove andare per non annaspare in questo vano frastuono. So cosa pensare per non lasciarmi invadere da quella rassegnazione. So navigare mari infiniti solo con la mia mente. E sorrido ancora. Alla prima occasione, inverto la marcia e mi sento già meglio. Il respiro sta tornando normale. So come impiegare una giornata così storta, come so che le nuvole stanno già facendo le valigie per abbandonare il mio orizzonte mentale ed emotivo. La mente è un gioiello magico, uno strumento musicale vibrante, una via di fuga esaltante. Tengo il finestrino abbassato e mi accendo una sigaretta mentre con una mano cerco il cellulare nella borsetta sul sedile accanto a me. Basta un sms. Rispondi: "anche io sto soffocando". Rispondo: "la solita via di fuga?"
Risponde: "si, tra venti minuti"

ScusiScende ha detto...

e qua fuori solo il vento mentre dentro la tigre tace

Nicole ha detto...

e...potrebbe continuare all'infinito...ognuno ci metta il proprio finale.

Il mio invece è : non vedo l'ora di togliermi le scapre e fiondarmi sulla nutella!...Non è vero:(

P.S.
Grazie del passaggio da me:)

troubledsleeper ha detto...

e accendo la radio.
Ci sono i Cure: Close to me, la nostra canzone. E tutto sparisce. Sento il tuo sapore sulle labbra: sogno per qualche istante ad occhi aperti.
La mia realtà sei solo tu.
Sento qualcuno che picchia sul finestrino.
"Chi è che scoccia?"

E' un ragazzo, non avrà vent'anni fradicio ma carino, che chiede l'elemosina.
E allora sento la nostalgia di casa.
E sono sola.

impollinaire ha detto...

milano a occhio e croce, riconosco la metrica all'ossido di carbonio e l'amata m in campo rosso, faro per gli approdi nelle derive metropolitane, o forse non c'entra niente e sei di mestre, ciao

impollinaire ha detto...

il mio commento è andato perduto o lo stai metabolizzando?

metropoleggendo ha detto...

Impollinaire, non si metabolizza qui: niente problemi di digestione. Ma l'ossido di carbonio è più meridionale rispetto a quello che pensi.

Aly ha detto...

..e penso che non siamo stati messi al mondo per lavorare come pazzi, per sfinirci di impegni, di stress. Penso ai sogni e alle prospettive fantastiche di quand'ero giovane. Mi sento colpevole verso la me stessa d'allora.

ChiaraMsT ha detto...

e gaurdo quella bambina che cammina sul marciapiede, al di là della strada, per mano alla mamma. Indossa una mantellina cerata rossa, con il cappuccio tirato su, le calosce colorate ed un ombrellino trasparente stretto in mano. Il suo andamento è allegro, mentre la madre guarda intorno a se reggendo il suo piccolo zainetto e tenendole la mano. Si fermano al semaforo, la bimba sorride, prende lo slangio e plaf! a pieni uniti nella pozzanghera davanti a lei, la sua faccia è felice e soddisfatta, ha fatto ciò che voleva, divertente, bello, forse medita di rifarmo, ma per un attimo si ricorda che questa è una di quelle cose che non andrebbe fatta...alza il nasino e guarda la mamma come per dire "non ho saputo resistere, perdono"...e la mamma si scioglie in un sorriso...sarebbe tutto così facile se potessi anche io saltare in una pozzanghera e ridere.

il mio nome è mai più ha detto...

Che ne sai tu dell'Ecclesiaste???
Uhm...

metropoleggendo ha detto...

Perché enne? Cosa ti perplime?

Gians ha detto...

Metro, stai attenta sei una osservata speciale. :)

metropoleggendo ha detto...

Gians mi carichi di responsabilità: dimostrare il peggio non è facile. Un bacio

Gians ha detto...

Cara Metro, come ho fatto alla inaugurazione di questa bella pagina di web, mi sento di suggerirti un modulo html che ti consenta parallelamente di mandare avanti il post per cui nasce questo blog, ma che contemporaneamente possa farti postare con più frequenza; pensaci, lo dico solo perchè a volte ho difficoltà a lasciarti un commento su decine di altri che giustamente sono storie al servizio del tema. Un abbraccio.

metropoleggendo ha detto...

Giansino i tuoi suggerimenti sono tanto preziosi quanto seguiti. Adesso provo a cercarne di carini che possano adattarsi. Un abbraccio a te. E un altro. E un grazie.

essere disgustoso* ha detto...

... e berlusconi muore.

no, be', è che ho un debole per il lieto fine.

il mio nome è mai più ha detto...

Non mi perplime il fatto che tu conosca l'Ecclesiaste.
E' che ti avevo connotata in maniera impropria. :)

Anonimo ha detto...

No no, non mi asciugare, non mi accarezzare, non mi baciare, basta…ma cosa sono tutti questi volti di…io non li conosco…estranei.
Sono fradicio e mi schizza l’acqua dritta in volto sdraiato a terra ho freddo, tanto freddo…la bici tre metri più in la, lei non è stata così fortunata, un cartoccio…quelle, le mie gambe…le braccia, il corpo tutto…è mio, lo riconosco, ma non è più mio…lo vedo intero come da un specchio…si allontana circondato, sorretto da decine di mani ignote…un ambulanza, soccorso, finalmente: “è li è li aiutatemi, aiutatelo”…me la ridevo fra le auto a muovermi agile, ad osservare stupore e rabbia, mi immedesimavo altresì…ho schivato un suv, una mamma e la bambina, o era una nonna e il suo nipotino, non ricordo, non importa…c’è Tarzan, Lara, Siddharta, Barbie e l’acqua, tanta acqua…la barella, portata via…circolare, non c’è nulla da guardare…sul volto un velo.
Anna, arrivo, ora si, torno a casa.

Fiorettolo

metropoleggendo ha detto...

Fiorettolo sei arrivato giusto in tempo, a chiusura porte. Ora, con tutti i vostri commenti a bordo, si procede verso il deposito, per tornare il 25 con il nuovo racconto. Intanto grazie a tutti per esservi divertiti insieme a noi.