venerdì 2 aprile 2010

PER APRILE 2010 RACCONTATECI CHE...



Un suono in lontananza...sempre più nitido...accidenti il telefono, è sabato e sono solo le 7 del mattino! Rispondo intorpidito dal sonno, mentre mi alzo e comincio a trafficare per preparare il caffè.

La conversazione si fa sempre più interessante...la realtà questa volta supera di gran lunga la fantasia...

64 le vostre impronte:

fiorettolo ha detto...

solo un saluto, per ora, e un: grazie per il caffè...apprezzo! little Kiss ;-)

il mio nome è mai più ha detto...

Stavolta il compito è più difficilotto: ritorno la prossima volta. :)

fiorettolo ha detto...

…il mio sorriso nel sorseggiare l’amara e scura liquida apertura del giorno, ne è testimone.
Passati gli attimi spaesati di cispose incomprensioni e balbettii.
Appurato che non esco dal REM e che è una realtà virtuale ma tangibile quella della voce al di là dell’etere…ha smesso ora di domandarmi mille graziose scuse per avermi strappato dal mondo dei sogni…piano piano si trasforma essa stessa in un sogno dalla deliziosa voce argentina…che non mi serve lo zucchero per questo nettare in tazzina.
Che piacere quando a volte certe persone sbagliano numero.

Aly ha detto...

...io rispondo monotematico a quella voce dall'accento sudamericano un susseguirsi di "sì" con una calma tale da sbalordirmi da solo..ma sarà colpa dell'ora,forse. Riagganciato il telefono mi siedo come un automa e bevo un caffè bollente senza neppure percepire il bruciore della lingua. Come hanno fatto a trovarmi? Me lo domando all'infinito. Loro, sì, proprio loro, quel sogno avventuriero e illegale, quel sogno che radicalmente cambierà tutto. Il viaggio in Colombia, sì, tutto dev'essere partito da lì, non c'è dubbio. Quelle chiacchere con quell'uomo tanto simpatico, a cui ho detto.. sì, tutto è iniziato da lì. Ok, devo muovermi, fare le valige, preparare il passaporto, Bogotà è lontana .. monotonia, vita civile.. mai stato così bello dirvi addio.

Aly ha detto...

...io rispondo monotematico a quella voce dall'accento sudamericano un susseguirsi di "sì" con una calma tale da sbalordirmi da solo..ma sarà colpa dell'ora,forse. Riagganciato il telefono mi siedo come un automa e bevo un caffè bollente senza neppure percepire il bruciore della lingua. Come hanno fatto a trovarmi? Me lo domando all'infinito. Loro, sì, proprio loro, quel sogno avventuriero e illegale, quel sogno che radicalmente cambierà tutto. Il viaggio in Colombia, sì, tutto dev'essere partito da lì, non c'è dubbio. Quelle chiacchere con quell'uomo tanto simpatico, a cui ho detto.. sì, tutto è iniziato da lì. Ok, devo muovermi, fare le valige, preparare il passaporto, Bogotà è lontana .. monotonia, vita civile.. mai stato così bello dirvi addio.

fracatz ha detto...

Ho sempre odiato il cellulare e tuttora lo odio, capisco quelli che hanno affari di milioni in giro per il mondo, ma tutti quei poveri coglioni che ci tengono informati delle loro misere vite a bordo dei mezzi pubblici che purtroppo prendo ogni giorno, quelli li metterei tutti nei forni crematori, razze di esibizionisti egocentrici, ma questa volta, grazie allo stordimento del sonno sono felice per aver risposto.
Era ora che la fortuna si ricordasse anche di me, dopo tante pasture un pesce aveva abboccato me lo aveva appena detto Luisa, dopo una delle molte notti di intenso lavoro c'era riuscita, saremmo andati in onda.
Riattacco felice e mentre sorseggio il caffè non mi sfiora neanche per la mente che oggi era il primo di aprile..

Efesto ha detto...

- Pronto...
- Ciao, sono X..., volevo dirti che tra noi è tutto finito. Ho trascorso una nottata difficile con mia moglie Y. Non dobbiamo vederci più.
- Stai scherzando, vero?
- No, mi dispiace, ciao. click.
Resto un momento perplessa. Non è vero, solo ieri sera giurava che fossi l'amore della sua vita, voleva arredare la mia casa a suo gusto, voleva un figlio ... non può essere vero. La moglie lo aveva lasciato, povero essere infelice, e diceva di aver scoperto con me cos'era il vero amore...
Non ci posso credere, nessuno sano di mente farebbe uno scherzo così violento.
Piano piano sale l'ansia, comincio a capire che è tutto vero, che un anno e mezzo di promesse è sfumato in poche parole. Mi ha telefonato di fronte a sua moglie, mi ha umiliata, mi ha riservato un trattamento peggiore di quello che un cinico sfruttatore riserverebbe alla sua puttana più inutile.
Passano le ore, non una parola, e capisco che l'incubo è reale. Che l'inganno è stato svelato. E io resto svuotata incapace di immaginare come potrò sopravvivere a un tale tradimento.

Mk ha detto...

...Chissà perché proprio QUESTO sabato e perché proprio a quest'ora.
La sera prima avevo preparato tutto con molta cura : telefono fisso staccato, sveglia fuori uso citofono in stand by.Era il MIO sabato , qullo che non mi prendevo da tanto , era la mia giornata e VOLEVO dormire .Erano mesi che desideravo farlo.Senza addossarmi le solite responsabilità e la solita vita.Come cavolo avevo fatto a dimenticarmi quelllo stramaledetto cellulare?Che poi quel numero non è che ce lo hanno tutti.
Guardo.
E' lui.
Dopo tanto.Manco ci avevo più pensato.A lui.
Ascolto la sua voce, la mia esce gracchiante e afonae al suo"stavi dormendo?" non posso fare a meno di rispondere con un "eccerto"seccato.
Lui ridacchia e non si scusa .In fondo non aveva dormito tutta la notte pensando come raccogliere il coraggio di fare quella telefonata.Non è semplice spogliarsi di dubbi e difficoltà e chiamare una persona che potrebbe diventare LA persona della tua vita.Almeno così ti aveva lasciato capire.E parla di tutte le lotte che ha dovuto affrontare, di tutti gli ostacoli mentali che gli impedivano di chiamarmi, della paura di restare solo, -eh già- della sua vita precisa ed incasellata che non amerebbe condividere fino in fondo.
Il discorso si fa interessante.Mi mostra una persona che in fondo ti dice che ti ha chiamato perché ha fatto un compromesso con se stesso ed è sceso dal piedistallo per farti l'onore di.Scuoto la testa .Non sono in grado di capire fino in fondo tutti questi meccanismi senza neanche una diose minima di caffeina.
Avevo smesso di attendere da tanto la sua telefonata, avevo smesso di contattarlo, smesso di pensare a lui volutamente,dedicandomi alla mia vita con me stessa e basta e quelle parole che una volta mi sarebbero sembrate oro, ora erano interessanti nella misura in cui lo era lui:pari a zero.Lascio il cellulare sul mobile, le sue chiacchiere ascoltate dal legno del cassettone .Nel frattempo il caffè è pronto.Mi siedo mentre il cellulare a vivavoce blatera.Sorseggio il caffè caldo, amaro, forte e sogghigno al suo "mi senti ?pronto pronto...."
In fondo era il mio sabato.

Gians ha detto...

Ora mi preparo una caffettiera per me il suo suono è motivo d'ispirazione. :)

Nadir ha detto...

Ciao e auguri anche a voi, al momento non ho idee, sarà per un'altra volta :)

desaparecida ha detto...

E' sicuramente M., cazzo non le riesce mai di dormire, sarà colpa della madre flaccida che si lamenta nella stanza di fianco, colpa dei galli fuori al giardino che annunciano un'altra mediocre giornata dove c'è una bolletta da pagare, eppure le rispondo, mi spiace per M., è una vittima delle notti insonni e dell'Enel, chiunque altro fosse l'avrei mandato a scremare latte in Trentino. Ho la peggior voce dell'alba mentre mi racconta di voler scappare in Andalusia e aprire un caffè con gli ultimi risparmi, mi annichilisce coi suoi sogni mai realizzati, devo fare un caffè, accendere assolutamente una sigaretta, altrimenti non mi riuscirà di spiegarle che in Andalusia bevono solo il sangue dei toreri.

PS (fantastica idea!:D

desaparecida ha detto...

son curiosa di sapere come le monti queste...

metropoleggendo ha detto...

@nadir, intanto auguri, se vuoi tornare siamo qui

@desparecida, si farà quel che si può facendo appello alla vostra indulgenza. la tua curiosità sarà soddisfatta il 25, ma se vuoi ripassare con altre idee, siamo qui. intanto auguri e grazie

Mk ha detto...

Al volo un saluto e un augurio di Buona Pasqua:)))
Mk

metropoleggendo ha detto...

Grazie moni, auguri anche a te e a tutti i passeggeri di questa metro!

il mio nome è mai più ha detto...

Buona Pasqua, Metro.
Non fare come me, che ho iniziato la giornata mangiando mezzo uovo di cioccolata. ;)

Arci ha detto...

Questa qui mi chiama perchè è sabato, stasera non ha appuntamenti e nessuno se la fila. Adesso mi attacca un bottone di mezz'ora sperando che alla fine le chieda di uscire.

il mio nome è mai più ha detto...

Di solito il telefono porta rogne, ma a squillare è stato il mio telefonino. Il display mostra il suo numero, quindi rispondo con gioia.
Oddio, ritorna a bomba: mi chiede se può venire a trovarmi ancora.
Nicchio.
E' la cosa che voglio di più al mondo, ma se cedo ci rimetterò le penne.
Sono passati sette anni, da allora, e la vita è andata avanti lo stesso.
Ah: le penne ce le rimisi, come da copione.
Buona giornata, Metro.

Mau ha detto...

Perché lasciare il telefono al suo posto? Non sarebbe meglio staccarlo dal muro quando uno torna di Discoteca alle 3???
Più o meno con questi pensieri in testa mi avvicinavo alla cornetta.
"Pronto"
"Ciao mi riconosci?"
"A dire il vero no, dovrei?"
"Ed io che speravo.."
".. devi comprendermi, mi sono appena svegliato dopo essere stato in discoteca.."
".. al Qlò..."
"..si esatto.. ma te come fai a saperlo??"
"indovina.. forse perche c'ero anch'io..."
"ma.. ma.. sei Karin?"
"Si esatto! Lei non ha vinto nessun premio"
"ma ... non pensavo che.."
"ed invece... eccomi qui.. a cercarti a casa..."
"wow! non mi era mai successo in anni ed anni che frequento discoteche.. e mai con una ragazza bella come te"
"c'è sempre una prima volta!"
"sembra proprio di si"
"senti ti chiamavo perche oggi c'è una mostra in centro, ti andrebbe di venire con me?"
"Certo! me lo domandi anche?.. ma fanno entrare pure gli analfabeti?"
"Credo di si ma al limite fai parlare me!"
"Ok perfetto capo!"
"Ci vediamo davanti a palazzo Pitti alle 9... ce la puoi fare vero?"
"Sicuro! A tra poco!"
"A dopo, bacio"
"bacio a te"
Click.
Cavolo che risveglio. Dal coma all'estasi. Prepariamoci un caffé. Che poi devo prepararmi. Dove ho messo la moka? Cavolo! L'ho prestata a Gianni. Poco male. Oggi farò il signore subito doccia e poi al bar! Previa vestizione... ovviamente.
Chissà che mostra c'è a palazzo Pitti? Mah.. ci fosse anche una sugli scarafaggi... ne vale sicuramente la pena per Karin!

Clay ha detto...

Squilla il telefono. Guardo l'ora. Ma chi è che rompe alle 7 di sabato mattina?
Balzo dal letto e afferro la cornetta:"Pronto?". La voce dall'altro capo del filo è femminile, una voce pacata ma un po' tremolante.
"Clay? Sei Clay?" - chiede.
"Si, sono io... ma..." - rispondo incerto, mentre mia moglie solleva la testa dal cuscino e con voce assonnata mi chiede:"Ma chi è?".
Rispondo:"Niente, un amico..." e mi sposto in cucina.
"Scusami, ti ho disturbato?" - chiede la voce femminile al telefono.
"No, no... ma chi sei?" - domando mentre preparo la scodella e tiro fuori il latte dal frigo.
"Sono... Agata!" - mi rivela improvvisamente e il bric del latte rischia di sfuggirmi di mano mentre lo verso.
"Agata?? Ma dove sei?" - chiedo mentre verso due cucchiaini di Ecco nella scodella e mescolo.
"Sono qui, a Soltazzo!"
Miracolosamente ho infilato il tazzone nel microonde, regolo su 2 minuti, accendo e rido:"Dai, non scherzare!".
"Ti dico che sono qui! Sto andando a sciare e sono passata a salutarti. Disturbo?"
"No, no... è solo che... ma dove sei esattamente?"
"Alla stazione dei treni!". Accidenti, penso, è proprio sotto casa mia.
"Senti, dammi 10 minuti e arrivo!"
"Va bene!".
Il latte è caldo. Lo consumo in fretta, poi vado in camera, mi vesto. Mia moglie apre gli occhi e chiede:"Ma chi era?". "Santo, un vecchio amico... romano. Passava di qui e..."
"E??"
"Niente! E' passato a trovarmi. Ora scendo ma tu dormi tranquilla. Ciao!".
Esco e scendo le scale di corsa. Percorro quei 100 metri che mi separano dalla stazione e la vedo. E' proprio lei!
Bionda, abbronzata, occhiali scuri... mi vede e viene incontro sorridendo.
"Ciao, Clay!"
"Ciao, Agata! E' un piacere conoscerti dal vivo. Come stai?"
"Beh, ho avuto questa idea pazza di venire a trovarti. Spero di aver fatto la cosa giusta..."
"Ma si, certamente! Vieni, ti faccio vedere le mie colline!".

E camminiamo per ore. Parliamo, parliamo, ci raccontiamo di tutto e le mostro quei luoghi dove di solito cammino da solo.

A un certo punto, mi squilla il cellulare. La suoneria è quella di una specie di cornacchia. Agata scoppia a ridere:"Ma cos'è?". "Zitta! E' mia moglie! Pronto?".
"Sono io! Dove sei?"
"Eh, sono in giro con Santo! Gli faccio vedere il paesaggio... anzi, puoi arrangiarti per pranzo? Credo pranzerò con lui."
"Va bene, ma..." - mia moglie è un po' interdetta, anche perché io praticamente non ho amici e infatti chiede:"Ma chi è questo Santo?"
"Uno del web! Sai, i miei amici virtuali... quelli che dici che non esistono"
"Ah, allora qualcuno esiste!" - ribatte un po' seccata. Ma io ho già spento.
Voglio proprio godermi questa giornata con Agata!

Clay ha detto...

tra l'altro, complimenti per la nuova grafica!

metropoleggendo ha detto...

Grazie Clay, abbiamo messo i vestitini primaverili, più leggeri

odettetlemonde ha detto...

l'apprendere che mia zia teresa ha finalmente tirato le cuoia risolleva il mio umore. E mi rendo conto che è proprio vero e non tutti i mali vengono per nuocere.. e che per una cavolo di volta l'essere stato svegliato nel cuore della mia notte, le sette di mattina sono la mia notte, specie se sono rientrato a casa alle 5... beh per una volta ne è valsa la pena. Finalmente la vecchia megera è morta. Finalmente posso far valere i miei diritti di unico erede...

kadija ha detto...

è lui...sta andando a lavoro e mi avvisa del fatto che il pc gli si è rotto nuovamente e che quindi doveva telefonarmi per augurarmi la buona giornata!!!

Malù ha detto...

Il sabato, normalmente, per me non è un giorno come tutti gli altri. Il sabato è il mio vero ed unico giorno di riposo, il mio giorno senza sveglia, senza fretta e senza ritardi da recuperare, è il day after una serata di birre, musica e risate in buona e cattiva compagnia ed è il giorno prima dell’impegnativa domenica da dedicare ai doveri da trentenne medio e mediocre (che, a seconda delle occasioni e delle stagioni, possono essere, ikea, gita fuori porta, pranzo da mamma e papà di lei, il calcio, porta portese, cinema, shopping in centro, ecc..). Ecco il sabato per me, normalmente, è tutto questo e molto altro di più.
Ho detto normalmente però, per cui se alle 7 di una fresca mattina di un sabato di aprile dell’anno solare 2010 mi ritrovo sveglio (si fa per dire) davanti ai fornelli del gas, aspettando e guardando la caffetteria con gli occhi socchiusi e strapazzati dal sonno ("che fanno le onde" direbbe Luli in lulese, "a pampinedda" direbbe invece mia madre in siculo) vuol dire che non si tratta certamente di un sabato normale. Il perchè è presto detto: emicrania. Già, perché si da il caso che da un paio d’anni a questa parte, il sottoscritto qui presente, Malavita Malù (si proprio Malù, qualcosa in contrario? Bello il tuo di nome..) nato a Punta Sud (SR) il 19/12/1975 e residente in Roma , via Pompi 85, c/o Valle, lotto D, scala C, soffra di “emicrania ricorrente da week-end”, ovvero di maledetti e intensi mal di testa che si fanno vivi con puntualità svizzera ogni sabato o, tutt’al più, la domenica.

Malù ha detto...

Farli passare non è difficile: una compressa di Difmetre effervescente, sciolta in mezzo bicchiere d’acqua fresca, mezz’ora circa d’attesa in una stanza buia e silenziosa e il mal di testa se ne va via, sostituito da una gran voglia di dormire. Il vero problema però è evitarli gli episodi di emicrania e per farlo le ho provate tutte o quasi: innanzitutto ho dovuto rinunciare all’alcool (in quel periodo non ho memoria di venerdì sera particolarmente divertenti), poi, non vedendo risultati, ho smesso di fumare (intendo le sigarette, le canne erano già solo un ricordo di un’adolescenza da finto bello e dannato), quindi è stata la volta della dieta sana ed equilibrata (niente carne rossa, pasta o pizza solo una volta la settimana, frutta e verdura in abbondanza), seguita dalla ginnastica posturale (l’unica attività in palestra non frequentata da nessuna “gnocca”), l’agopuntura (una volta sola, di più non ci sono riuscito) e tanti altri piccoli e grandi tentativi di vario genere e con un unico minimo comune denominatore: aver miseramente fallito ed essere stati abbandonati. Io e Vittoria, la mia dottoressa (omen nomen?) però non ci arrendiamo e continuiamo a procedere per tentativi e questa settimana lei ha avuto la brillante idea di provarne una nuova: svegliarsi anche il sabato e la domenica allo stesso orario in cui mi sveglio nei giorni lavorativi. Ecco perché non è un sabato “normale”, ecco perché adesso, alle 7.03 di una fresca mattina di un sabato di aprile dell’anno solare 2010, invece di dormire beato tra le braccia di morfeo (o di Luli, se la demente non fosse scappata), mi ritrovo in cucina, sorseggiando all’impiedi il mio primo caffè (a proposito, ecco qualcosa che davvero serve contro l’emicrania ) e sbirciando fuori dalla finestra per cercare di capire che giornata sarà.

Malù ha detto...

Il mio lento e progressivo riprendere contatto con lo stato di effettiva veglia è interrotto dalla melodia di Song 2 dei Blur, versione suoneria per i cellulari. “chi cazzo è che rompe i coglioni a quest’ora” penso immediatamente. Quasi quasi mi convinco che è meglio lasciare squillare il cellulare e che non valga la pena nemmeno di andare a vedere chi mi stia cercando, ma poi penso che in fondo è così raro che qualcuno mi chiami che sarebbe un’offesa a me stesso non rispondere a chi per una volta si è degnato di farlo e corro in camera a premere il tasto verde ok.
“Si”
“Buongiorno, sono il Commissario Collialbani del IX Distretto di Polizia, Tuscolana. Parlo con Malavita, Malavita Malù, di anni 34?”
“Savvatore, porca puttana, ma che minchia fai? Hai ripreso a fare quegli scherzi telefonici idioti? Cazzo, hai due figli ormai, lasciali a loro ste cose”
“Signor Malavita, guardi, non ho tempo da perdere. Io non sono il suo amico Savvatore e questo non è uno scherzo”
“ Eddai, basta, chi sei allora? Il collega di turno che si presta a fargli da spalla? Lo so che rosica perché lavora di sabato mattina, passamelo, va, fammi il piacere”
“Signor Malavita, glielo ripeto e mi stia bene a sentire: sono il Commissario Collialbani del IX Distretto di Polizia, Tuscolana e questa è l’ultima volta che sarò gentile con lei perché da questo momento in poi o lei collabora con noi o io la farò venire a prelevare dai miei uomini con la volante a sirene spiegate e, mi creda, non sarà piacevole. Ci siamo capiti”
“Mi scusi Commissario, deve esserci stato un malinteso” (nel frattempo sono impallidito e balbetto) “forse sono stato tradito dal suo accento meridionale… lei è siciliano, vero? anche io e il mio amico lo siamo e pens
“Signor Malavita, mi sto cominciando a incazzare seriamente, non l’ho certo chiamata per raccontarle dove sono nato… lei non deve fare domande, le domando qui le faccio io, lei mi stia a sentire e risponda solo a richiesta”
“Ha ragione, mi scusi signor Commissario, dica pure”
“Ecco bravo , vedo che ci capiamo finalmente io e lei… allora ci troviamo qui in via Flaminia Vecchia, edificio civico 236 perché il suo, il suo, come dire, “amico”, tale Renzulli Alessandro, di anni 29, professione pubblicitario, staziona su un cornicione posto al piano quinto del suddetto edificio minacciando di buttarsi sotto.. è richiesta la sua presenza per scongiurare il verificarsi dell’ insano gesto e ho mandato i miei uomini a prelevarla in modo da fare più in fretta. Si faccia trovare pronto, saranno li a momenti”
“Guardi Commissario (e intanto pensavo , ma come cazzo parla questo!), non me ne voglia male… deve esserci stato davvero un malinteso, ma questa volta lo avete commesso voi.. io non conosco nessun Alessandro Renzulli e non vedo come possa fare a scongiurare l’insano gesto”

To BE CONTINUED

mezzastrega ha detto...

è proprio lui... gli ho dato il mio numero d'istinto, senza pensare che forse non è opportuno distribuirlo con tanta leggerezza, ci ho chiacchierato come si fa con un vecchio amico, raccontandogli fatti miei che di solito tengo per me...
E lo conoscevo da 10 minuti o giù di lì.
"rientravo da una serata, è particolarmente tardi, ho pensato che forse era un orario non troppo assurdo per chiamarti" Ha la voce un poco roca, avrà cantato tutta notte.
Mi bevo il mio caffè intanto che chiacchieriamo
Mi chiama signorina
Torno a letto ascoltandolo intanto che parla al suo auricolare.
Mi fa sorridere l'idea che siamo a letto "insieme" un sabato mattina...
Mi piace la sua voce, mi piace che mi abbia svegliata
Il perchè non lo so dire

fiorettolo ha detto...

Lo so , si, lo so, la caffeina è una droga e crea dipendenza…funziona se la lasci funzionare e potrebbe benissimo non servire a nulla se ti sciogli dal senso della sua necessità.
E’ comprovato, basta una settimana di decaffeinati e dolori di testa e ti sei liberato della sua presenza…è provato anche che basta un caffè al giorno per crearla questa dipendenza…
Per altro, una volta liberi dalla sua necessità, recupera la sua capacità eccitante dell’organismo, ottiene dunque un maggior potere rigenerante di impeto e di energie…
Ma…
la realtà è…
“che non me ne frega un bel piffero!”
“Understand?!?”
Godo a volte anche solo all’idea di avvicinarmi con lentezza agli effluvi della deliziosa bevanda.
Simbolo e sintomo del preciso attimo di libertà che mi ritaglio con dolcezza dalle cose della giornata, da quelle della vita…qualsiasi cosa; quel momento di pausa da tutto, da tutti, da me stesso per primo; il tormento più grande al mio cervello è infatti ogni mio più assurdo pensiero che schizza e rimbalza fino a che non lo catturo…e per esso: “caffè uguale STOP! “
Ed esattamente questo ognuno cerca in vari frangenti della giornata…una pagina bianca in mezzo e centinaia scritte fitte fitte, un punto a capo al termine di un eterno paragrafo, una boccata d’aria fresca, quel respiro profondo e un inebriante silenzio d’una frazione di secondo appena prima della ripartenza rinfrancata.
Così si, mi sento disposto, e lo sono, a pagare lo scotto dell’emicrania da carenza, precisa astinenza, di caffeina; non servono altre medicine, basta lei, l’unica, la sola mia droga: caffeina!
Crea dipendenza e, come ogni cosa che lo fa, potrebbe essere moralmente discutibile nel senso stesso, ma è proprio e semplicemente un gradevole vizio.
Per cui: squilla, squilla pure, grandissimo bastardo d’un cellulare! Anche tu dovrai attendere, come me qui e ora, che salga il caffè. M’hai svegliato? Ora aspetti che io mi svegli, con una amara coccola al palato.

patty ha detto...

tornerò con calma per capire questo blog...che sembra molto interessante

patty ha detto...
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metropoleggendo ha detto...

cara Patty, torna quando vuoi, ti aspettiamo

Fruttacandita ha detto...

"perchè a me? perchè!"una voce femminile, roca, rotta dal pianto forse, sento provenire dalla cornetta.
"pronto? Pronto?!" chiedo a chiare lettere
"Dai Amanda adesso esageri" un uomo, sento anche la sua voce.
Intanto dalla stanza accanto Michele si è avegliato:
"mamma" "mamma vieni?" "mamma mi fai il latte? col cacao?" ordina la creatura, tre anni e le idee chiare.
Lentamente apro il frigo e afferro il cartone del latte. Lo tengo a debita distanza, sono allergica al latte. Mi fa schifo, mi nausea, sia l'odore che il sapore. attenta a non versarmene una goccia addosso preparo con cura il biberon.
"L'hai vista vero? Ieri. L'ho sognato."
"Si adesso mettiti a fare anche la medium. Ne ho piene le scatole delle tue fisse esoteriche"
"Dimmelo. L'hai baciata?"
"no, non l'ho baciata"
"Dimmelo ti ho dettoooo" lei irla adesso. una voce indemoniata, mi fa quasi paura.
E' un'interferenza. Doveri attaccare, dopo tutto non sono affari miei. E' anche vero che era il mio il telefono che squillava, se hanno chiamato me vuol dire che c'è un motivo recondito...
"quante volte l'hai fatto?" continua lei minacciosa
"nessuna amore, dai smettila. ti dico nessuna"
"ti ho chiesto quante volte. Quante volte!!!"
"nessuna, una, forse ma niente di più" si giustifica lui
"aaaaaaaahhhhhh maledetto! Perchè perchè!!! Mia sorella, è mia sorella!!!" urlò lei fuori di sè

Fruttacandita ha detto...
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Windspeed ha detto...

Era un po' che mi intrigava l'idea.
Poi nel mio pensare e ripensare al condividere pensieri comuni ho aperto le mie finestre.
Speranza di poter accedere ad uno stile superiore che mi renda meno presente e più contemplativo (chissà se ce la farò mai....)
Condividere improvvisazione.
Parola che ultimamente mi ha aperto spazi nuovi e considerazioni diverse.
La scelta di esserci in funzione di altre persone che contribuiscono a riempire un serbatoio comune a cui attingere idee, comportamenti, soluzioni.
Quanto possiamo rimanere in equilibrio su un' idea?
Trasformarla, usarla, colorarla, renderla viva e raggiante di un'energia nuova utile a schiarire ombre fin troppo spalmate sulle nostre vite.
Ecco vorrei improvvisare in tal senso.

anghingo ha detto...

prova prova....come si fa a commentare? vediamo se va:)

anghingo ha detto...

devo leggermi qualche post per commentare, intanto forse sono già riuscita a pubblicare il commento!! ciao!

metropoleggendo ha detto...

benvenuta anghingo, sì il commento è arrivato chiaro e tondo. ma non farti influenzare dagli altri commenti: a ruota libera. a presto.

KitKat ha detto...

non ci posso credere che sia incinta. fino a qualche mese fa uscivamo insieme, abbiamo provato ad amarci. e ora aspetta un bambino dal primo che ha incontrato dopo di me. dice pure di amarlo. come se ci si potesse innamorare così, da un giorno all'altro. ma... e se invece fosse mio?

Gians ha detto...

Erano lontani i tempi in cui avrei rinunciato alla mia purezza fatta di pura realtà, convinto del fatto che essa fosse la mia unica guida. Ho sorvolato tutto questo con godereccia emozione, nonostante la cura del dolore minuziosamente centellinata a chi fino a quel momento non s'accorgeva di nulla. Nulla sapeva dei miei voli, e dei miei "tradimenti" fatti di scrittura ma anche e proprio per questo di desideri.

ilnodoeilchiodo ha detto...

ecco l'ultima del vicino, scusa l'ora ma non potevo aspettare, dunque...

Ubi Minor ha detto...

Un po' di tempo fa ho scritto un post legato in un certo modo ai mezzi pubblici. Magari è attinente con metropoleggendo.

http://asserzionempatica.blogspot.com/2010/03/alti-e-bassi.html

Grazie per il commento cmq, il Kinder Bueno non è in cima alla lista nera di Alemanno soltanto perché la Kinder ha un nome tedesco!

Ubi Minor ha detto...

e se non c'avevo capito niente, ne ho anche uno su una telefonata mattutina... poi non vi assillo più!

http://asserzionempatica.blogspot.com/2009/11/buon-giorno-lei.html

iosempreio ha detto...

Starei per ore ad ascoltare quella voce ma, maledizione, devo correre in aeroporto, devo prendere un aereo e non lo posso perdere. E mentre faccio la valigia, nel silenzio più assoluto, penso che quella voce probabilmente non la sentirò mai più.

Ubi Minor ha detto...

cmq la cosa che fate è veramente geniale...l'attesa dell'arcobaleno è un bellissimo risultato

metropoleggendo ha detto...

Grazi Ubi, grazie davvero. E mi raccomando con il nuoto!

Windspeed ha detto...

Galleggiando in un mare di ipocrisia.....senza vento... in attesa di un soffio che possa condurre la mia prua verso un sorriso diverso dal solito.

dizaon ha detto...

mi stava chiamando la moglie infedele del maresciallo (una amica del club dell'uncinetto) per passarmi una soffiata : i CC vengono stamattina stessa a perquisire casa mia per trovare le ormai famose e deliziose crostate che spaccio nella metropolitana romana...

Ho fatto in tempo a sbarazzarmene regalandole ai vicini... però mi hanno arrestaroessono lo st, avevo lasciato dell'ottima e costosissima valeriana nel narguilé ancora fumante

Windspeed ha detto...

E' stato proprio al 3 braccio di Regina Coeli che ho incontrato Fausto.
Un ragazzone di 30 anni, secco ed allampanato, con un tic cronico al labbro superiore. Lui mi fece ritrovare quello stesso odore di caffè che circolava nel mio appartamento la mattina presto. La sua moka era perennemente accesa, una fiammella azzurra che mi regalava attimi di pace e di sapore antico.

Ubi Minor ha detto...

Conoscevo benissimo quella voce in realtà, ma proprio non ricordo dove l'avessi sentita. Mentre preparavo il caffè o meglio cercavo di preparare il caffè, mi resi conto che le cose che cercavo non erano al posto giusto. Voglio dire, non era casa mia. Era casa di qualcun altro, lo realizzai all'improvviso, ma avevo risposto automaticamente e parlavo con questa persona come se fosse la cosa più normale del mondo. Non ero allarmato, anzi, ero a mio agio in questo ambiente completamente nuovo. Una volta accortomi della cosa, non ho detto niente e ho continuato ad ascoltare la persona che raccontava cose che sì, in un certo modo, mi riguardavano...intanto mi aggiravo per la casa, era deserta, ma sicuramente non avevo dormito da solo perché...

Gians ha detto...

Mi chiedevo che cavolo riuscirei a tirare fuori da tutti questi pezzi di vita, forse qualcosa di diabolico. :)

metropoleggendo ha detto...

infatti non senti puzza di zolfo Giansino?

Gians ha detto...

Chi ha d'accendere?

metropoleggendo ha detto...

tu hai smesso di fumare Gians, vero? non ti eri dato alle sigarette elettriche?

il mio nome è mai più ha detto...

Più che altro mi chiedo come farai ad assemblare episodi tanto diversi fra loro, considerato che ce ne sono alcuni chilometrici.
Notte, Metro. :)

slave36 ha detto...

La conversazione si fa sempre più interessante...la realtà questa volta supera di gran lunga la fantasia... Devo essermi persa qualcosa, qualche passaggio fondamentale penso mentre accendo il fornello e vi appoggio la caffettiera.
Parla, parla. Io ascolto ma allo stesso tempo cerco di ricordare. Faccio uno sforzo quasi fisico per ricordare qualcosa che non so. Perchè deve esserci qualcosa tra l'ultima volta che ho sentito la sua voce, più o meno un anno fa, e stamattima. Sabato mattina alle sette.

Mi perdo ascoltando la sua voce e per un attimo metto da parte i faticosi tentativi di scovare nella mia mente quell'anello mancante. Mi racconta di quel mio sorriso al mattino nel nostro primo risveglio davanti ad una finestra spalancata sul giardino fitto di piante in fiore, di uccelini frivoli e di brezza impertinente. Quel sorriso, continui, era stato la prova inconfutabile di ciò che eri per me. Io ascolto, mi perdo. Ascolto e un nodo in gola mi costringe a non trangugiare avidamente il caffè già pronto e zuccherato nella mia tazzina preferita.

Mi perdo ancora nella sua voce calda ma ad un tratto ricordo. Non c'è nulla tra quella telefonata e stamattina, sabato mattina alle sette. Non c'è nulla. Non una parola. Non una spiegazione. Nulla. Silenziosamente abbandono il telefono sul davanzale della finestra. Senza una parola. Finalmente posso sorseggiare il mio caffè mattutino.

metropoleggendo ha detto...

Enne cara in effetti c'è chi ha attentato alle nostre capacità. Si farà quel che si può, a rischio di stagliuzzare un po'.

Per gli ultimi viandanti in vena di contributi c'è tempo fino a stasera!

Gians ha detto...

Hai una memoria d'acciaio, azz... con te non posso mentire, si è vero ero passato alle sigarette elettriche, ma visto che sono un convinto ecologista, ora aspetto quelle a energia solare. :)

metropoleggendo ha detto...

Se invece di aspirarle ci soffi dentro diventano eoliche, pensaci Giansino

fiorettolo ha detto...

la conversazione è finita da pochi secondi appena ed io resto, ancora intontito, a respirare i soffici miasmi del nero succo…mi immagino quasi, visto da fuori, come intento in suffumigi su una tazzina…
profumo di ricordi…siamo d’accordo di trovarci a quel bar vista mare, non pensavo lo ricordassi ancora, io l’ho dentro il cuore…era quello del primo sguardo che mi dette l’impressione ti potessi interessare…ricordo con affetto il breve, quasi studiato, imbarazzo…mi guardasti in quel modo, me ne accorsi, te ne avvedesti e quasi arrossisti cambiando discorso dopo una frazione di silenzio percepibile come appena lunga…
ricordi di casa animata da un leggero moto a riordinare mentre il profumo mi raggiungeva fino in camera da letto come ricciolo fumoso, amo e lenza a tirarmi su dal sepolto riposo… “tesoro il caffè è pronto…
”sono cambiate molte cose, sono cambiato io e sei certo cambiata pure tu…sono quattro anni che non ci si vede e questo profumo mi risveglia, alla nuova giornata certo, ma anche a delle trascorse situazioni…sei tornata in città…e nel pomeriggio prenderemo il nostro caffè assieme…

Windspeed ha detto...

e come d'incanto quel qualcosa che aspettavo da tempo arrivò improvvisamente alle mie orecchie..........

Gians ha detto...

Mi darei troppe arie. ;)

MK ha detto...

Ciao cara:)))Un saluto al volo come le tazzine da caffè Thun:)